INTRODUZIONE ALLA SCIENZA DELLA COSCIENZA

Coscienza, il cuore dell’essere

di: Nitamo Montecucco, Enrico Cheli

 

Cos’è la coscienza? L’essere coscienti? Cosa costituisce il cuore pulsante di ogni essere vivente? Cos’è realmente il  o self o identità, e dov’è la sua sede nel corpo? Cos’è la soggettività che si esprime in ogni uomo e in ogni animale? Esiste uncentro di coscienza dentro di me e dentro di voi? Cosa significa realmente cogito ergo sum: ho coscienza quindi esisto? Qual è la natura dell’osservatore che, in me, percepisce l’esistenza come informazioni e significati? Chi sono “io”? Che cos’è ciò che chiamo “io”? Dov’è? Qual è la “sostanza” del pensiero? Come possiamo quantificarla?

Invitiamo chi sta leggendo a fermarsi e rispondere a queste domande, cercando in sé stesso la prima risposta! Il problema della coscienza è il punto fondamentale di ogni ricerca umana e filosofica!

Questa enciclopedia vuole aprire una nuova dimensione alla conoscenza scientifica che comporti la comprensione della coscienza. Creando una base globale per esploratori e ricercatori in viaggio al centro dell’essere. La coscienza è l’ultima terra incognita rimasta da scoprire sul nostro pianeta e, probabilmente, è anche la terra promessa che ci attende.

Il decennio della coscienza

Tutta la nuova scienza emergente si sta muovendo per una nuova comprensione della coscienza. Gli anni Novanta sono stati dichiarati dalla comunità scientifica internazionale il “Decennio del Cervello“; nel 1995 gli editori del “The Journal of Consciousness Studies” puntualizzavano che dovrebbe anche essere il “Decennio della Mente”. E’ mio parere che probabilmente questo sarà ricordato nella storia della scienza come il “Decennio della Coscienza“, l’inizio della fase di riavvicinamento e di apertura verso la dimensione “implicata” dell’esistenza. La “science of consciousness” community, come la definisce Melanie Mitchell su “New Scientist” (8 Nov.1997) è ormai una realtà consistente e ineludibile.

Il Nobel per la fisica Eugene Wigner, in un simposio tenuto alcuni anni fa a New York, ha dichiarato che la coscienza è la realtà primaria. La scienza si è divisa troppo, ci sono 86 giornali solo nel campo della fisica pura… La teoria dei quanti ha fatto miracoli, spiegando le proprietà dei fenomeni microscopici. Ma… è limitata. Non spiega la vita o la coscienza. In futuro la fisica spiegherà non solo i fenomeni osservati ma anche il processo dell’osservare. Siamo proprio all’inizio della comprensione della coscienza.

Un’affermazione di questa forza, espressa da un Nobel per la fisica, evidenzia una rivoluzione in atto. La materia fisica studiata e la coscienza dello scienziato che la studia hanno chiuso il cerchio e si sono ricongiunte. Dopo aver negato per secoli la possibilità che esista una coscienza, ora la scienza riconsidera le sue posizioni, e inizia a penetrare i misteri della psiche umana attraverso lo studio del cervello; questa è la grande sfida della ricerca contemporanea.

Negli ultimi anni si è assistito ad un rapidissimo incremento di interesse della scienza ufficiale per l’elusivo fenomeno della coscienza. Il premio Nobel Francis Crick, scopritore del DNA e conosciuto internazionalmente per il suo rigore empirico, ha dichiarato che la coscienza è legittimo campo di ricerca scientifica. Il Nobel Edelmann sostiene di aver compreso alcuni dei processi fondamentali del fenomeno consapevolezza in termini neurofisiologici. Negli ultimi anni si sono moltiplicati imeetings scientifici sul tema della coscienza; il primo grande congresso tenutosi nel 1994 a Tucson, presso l’Health Sciences Center dell’Università dell’Arizona, sul tema “Verso una base scientifica della coscienza” ha visto circa trecento scienziati e studiosi di tutto il mondo confrontarsi con ipotesi e dati, accomunati in gran parte dalla convinzione che presto la scienza saprà comprendere la coscienza e la materia fisica in una visione più globale e unitaria; nello stesso congresso del 1996 si sono radunati più di ottocento scienziati e filosofi. Nel Novembre del 1994 si è tenuto a Miami il primo simposio sulla coscienza organizzato dalla Society for Neurosciences, mentre in Inghilterra è uscito il primo numero della rivista scientifica “The Journal of Consciousness Studies” a cui collaborano fisici, neurofisiologi e filosofi.

È un fatto che scienza e coscienza siano profondamente legate. Il metodo sperimentale scientifico nasce dalla pura osservazione, per cui l’osservatore, il soggetto conoscitore, ne costituisce il momento centrale. Le basi filosofiche del metodo sperimentale nascono dal pensiero cartesiano basato sul Cogito ergo sum, sono cosciente quindi esisto, ossia “Io esisto in quanto sono una coscienza”. La coscienza è il testimone interiore, il conoscitore delle informazioni che giungono a noi dal mondo esterno e dal quel nostro stesso mondo interiore che chiamiamo corpo; essa è il punto essenziale: senza di essa non ci sarebbe soggetto e, quindi, non esisteremmo.

Siamo la coscienza di noi stessi e del mondo. Ogni attività mentale, ogni sensazione, ogni sentimento, ogni intuizione e memoria non potrebbero esistere senza un centro di coscienza, senza un “Io” che ne percepisca il significato, che ne comprenda il senso. Tuttavia, la “scienza della coscienza”, sebbene in rapidissima crescita, è, all’interno dell’edificio della scienza ufficiale, ancora una parte irrilevante e fortemente ostacolata.

La scienza senza coscienza

La scienza costituisce il grande potere della nostra epoca, nel bene e nel male, nell’avanzamento tecnologico e nella distruzione ambientale; essa ha sostituito in qualche modo la religione assumendosi l’incarico di esprimere la verità, e la verità scientifica è di fatto l’unica universalmente riconosciuta su questo pianeta diviso da mille ideologie, poteri, culture e teologie. Il metodo sperimentale ha di certo contribuito a creare le basi per una visione e una cultura trasversale tra i popoli e le visioni del mondo, ma si è fermato per colpa dei suoi limiti interni e della sua mancanza di globalità di fronte alla comprensione degli aspetti più sottili e profondi del vivente, uomo, animale o natura che sia.

E la coscienza è l’intimo cuore del vivente.

Una scienza senza coscienza è un enorme pericolo, è un potere senza cuore, una forza senza sensibilità. La scienza, che di fatto significa conoscenza, ha indagato la realtà esteriore ma non ha mai indagato la natura del conoscitore stesso, la dimensione essenziale e interiore della coscienza che anima lo scienziato come ogni altro essere vivente. La scienza dimentica che tutte le sue scoperte sulla realtà materiale del mondo sono dovute alla coscienza e alla mente intelligente degli scienziati e dei ricercatori che hanno intuito, compreso e conosciuto l’esistenza. Ma quali sono state le cause di questa divisione mentale tra materia e coscienza?

Proviamo ad esplorare le ragioni e i limiti di questo atteggiamento riduzionista.


L’antica visione evolutiva e la sua decadenza


Materia deriva da mater, la madre. Da sempre le religioni antiche hanno sostenuto che l’intera creazione materiale ed ogni suo sviluppo è opera divina. Le antiche forme di spiritualità non erano in nessun modo ostili alla materia, non la demonizzavano come priva di vita e di coscienza, al contrario ne sostenevano l’assoluta sacralità dando alla materia stessa, o meglio all’energia fisica che ne costituisce la matrice, il ruolo di Shakti, di Principio Femminile, di Grande Madre.

La dea Shakti veniva raffigurata e adorata in un cosmico amplesso insieme al dio Shiva. Lei la Materia-energia Creatrice, Lui la Coscienza che pervade ogni vita. Forma e informazione. Ma non fermiamoci ai nomi: Shakti, come lo Yin, Gea, Gaia, Cerere o Demetra, la Terra, sono tutti esempi di come la Materia fosse comunque venerata in ogni civiltà. L’intera creazione era, quindi, un atto erotico in cui era implicata la divinità, nel suo duplice aspetto maschile e femminile.

Shiva Nataraj danza e la sua coscienza si manifesta in ogni movimento rotatorio, nelle galassie come nelle particelle subatomiche, riflettendosi nella bellezza delle forme che si producono e nella logica perfetta dei ritmi e dei cicli. Brahma non è un creatore separato, ma è inscindibile dalla creazione stessa, la sua coscienza è implicata in ogni forma vivente, di cui diviene anima individuale o coscienza di Sé, e come tale anima e si manifesta nell’intelligenza e nella complessità crescente delle forme.

Con il decadere dell’esperienza spirituale e con l’avvento delle religioniariane, portatrici di un Dio unico e maschile, questa venerazione per la materia vivente decadde progressivamente e ad essa si sostituì il concetto di Dio come demiurgo: un artefice esterno che crea l’intero universo fisico da una dimensione separata da quella materiale. Una prima possibile spiegazione della polarizzazione materialista assunta dalla scienza attuale, e della conseguente rimozione della coscienza, va ricercata, quindi, in questo modello dicotomico Dio-Materia, dove a un Dio trascendente e di puro spirito si contrappone necessariamente una visione scientifica che considera la realtà puramente materiale. La materia viene così svilita, negata della sua sacralità, considerata merce di scambio. Per molti popoli primitivi pensare che un uomo possa comperare e possedere una parte della Terra è un pensiero sacrilego. La Terra è la sacra dimora che ci dà vita e amore, essa è Divina e come tale deve restare di tutti e deve essere rispettata oltre ogni bisogno. L’unità iniziale è ormai irrimediabilmente perduta, e, paradossalmente, sarà proprio la stessa religione a decretare la separazione dell’anima dal corpo del vivente.


La coscienza è la realtà primaria.


Eugene Wigner, Nobel per la fisica.

 

 

Da: nonsoloanimatv | Creato il: 19/mag/2008 Roberto Sassone intervista Nitamo Montecucco

Per gli uomini dell’età dell’Acquario, Testamento Di Yogi Bhajan

YOGI BHAJAN dichiarò che l’era dei Pesci era stata una delle più funeste degli ultimi 3.000 anni ma che con l’avvento dell’età dell’Acquario le cose sarebbero cambiate radicalmente. Egli ha lasciato questo messaggio:
In questo tempo le persone guarderanno alla propria soddisfazione attraverso la purezza e la pietà, l’individualità e la realtà. Non vogliono vivere ancora la dualità.
Il sesso non sarà più l’attrazione.
Si svilupperà il Sistema di Percezione del Sé : un nuovo sistema in cui l’individuo troverà se stesso/a completo/a.

La comunicazione sarà travolgente. Chiunque avrà accesso alla conoscenza. Spingendo un bottone voi potete ottenere tutte le informazioni che volete. Il mondo intero sarà a vostra disposizione.
L’Era dell’Acquario sarà l’Era dell’Esperienza:le persone saranno consultate e comprese.

Non è questione di quanto siete giovani o vecchi, o di quanto siete bianchi o neri.
La religione, per come la conosciamo, è diventata assolutamente obsoleta,
poiché negli ultimi 5.000 anni vi ha insegnato a redimere la vostra anima.

 Ma l’anima è già redenta.

Ciò che voi dovreste redimere è il vostro essere superficiali, indegni, inutili, non coerenti con le vostre parole, non reali verso il vostro impegno e verso il vostro carattere. Questo è ciò che dovreste redimere.

 La maggior parte del mondo è un affare di spettacolo.
Nessun essere umano crede di essere un fatto della vita, un fatto dell’esistenza,d i essere profondamente reale; di essere nato a immagine e somiglianza di Dio.Dio, in qualunque modo vogliate chiamarlo,  vi ha creato a sua immagine e somiglianza e questo è ciò che è.
Così Dio nell’Era dell’Acquario, è chiamato He-She-It, che significa Egli-Ella-Esso.
E se voi non comprendete la totalità di Dio come He-She-It,
allora siete degli Shit…niente…
E’ venuto il tempo dell’auto-stima.
E la questione non è : “essere o non essere” ma, il motto è : “essere, essere”.
“Io sono l’ Io sono”. Il tempo è venuto non per cercare Dio, ma per essere Dio.
Il tempo è venuto non per adorare Dio, ma per fidarsi e per dimorare nel Dio all’opera.
Come tutto questo sta venendo attraverso di me e mi sta purificando, nella stessa maniera se voi non state ascoltando profondamente sentendo, allora lo perderete.
Ma se state ascoltando col cuore, allora lo coglierete.
Dovete arrivare alla consapevolezza di quanto brutto e sfortunato avete reso questo pianeta e di quanto in realtà Dio lo abbia creato magnifico.
Noi siamo degli autentici nemici di Dio, poiché il Dio dentro di noi è nel dolore; non c’è Dio al di fuori.
Ognuno è la manifestazione di Dio
e perciò non funzionerà adorare una pietra o una immagine.
Ogni granello di sabbia è Dio e noi dobbiamo avere un corpo sottile e un’anima così sofisticati da poterlo vedere.
In realtà voi siete un insieme di molecole viventi grazie al corpo pranico.
Nulla di più, nulla di meno.
Finché la psiche non si fonderà dentro di voi in equilibrio, voi non avrete consapevolezza.
L’esistenza umana è una combinazione di corpo pranico ed energia psichica, che è l’universo.
Quando voi raggiungerete quello stato mentale allora sarete puliti e chiari.
Smettete di cercare e iniziate a praticare.

La divisione dentro di voi si dissolve e il vostro flusso diventa vasto come l’universo e a volte anche di più. Voi avete l’autentica misura di voi stessi.

Io non voglio nessuno perché io voglio tutti.
Questo è un concetto molto difficile.
Io non voglio essere “Io”
io non voglio essere “Noi”.
Io voglio essere solo “ciò che è”
…..
uomo, animale, pietra, acqua, fuoco, aria, luce etcc…
E la mia corsa è con il flusso della psiche dell’universo così come mi prende, come mi muove, come mi desidera.
L’uomo smetterà di smussare gli angoli e verrà ad una reale esistenza.
E non ci vuole molto perché ciò accada.
Ogni persona che pensa di essere grande può essere nulla, perché l’Era dell’Informazione è così potente, fruibile, comprensibile, effimera, che nulla può funzionare.
Noi non siamo in grado di ingannare nessuno, ma possiamo trattare e aiutare ognuno alla pari.
Non c’è ne bello ne brutto. L’amore per l’esistenza della nostra vita e del nostro respiro necessiterà del flusso della psiche in noi, e così noi potremo essere una reale combinazione del Sé dentro il Sé.
E il Sistema di Percezione del Sé che si svilupperà automaticamente in noi sarà l’arcangelo che ci proteggerà e glorificherà.
Coloro che si affanneranno correndo e desiderando, semplicemente moriranno senza aver guadagnato nulla.
Ora è venuto il tempo in cui dovete avere una mente meditativa per poter aspettare e vedere ciò che vi arriva.
Allora la vostra mente vi dirigerà ad agire verso i giusti canali.
Incontrerete le persone giuste.
Il nostro futuro è adesso e la nostra presenza è la nostra purezza.
Non dobbiamo purificarci: siamo puri.
Noi semplicemente non dobbiamo corromperci con le distrazioni, le storie e creando romanticismi senza senso, fantasie e immaginazioni che sono zero.
Noi avremo la maestria di noi stessi attraverso il nostro servizio, il nostro carattere, il nostro impegno e, cosa più importante di tutte, attraverso la nostra grazia.
La nostra GRAZIA INDIVIDUALE è la virtù più richiesta oggi.
E la nostra proiezione, che ci darà soddisfazione, completezza e esaltazione, è la nostra nobiltà.
Noi agiremo nobilmente, con grazia, gentilezza e compassione
.Queste sono le nostre caratteristiche essenziali. La nostra creatività .
E attraverso questo sistema di percezione noi saremo traboccanti di energia, toccando il cuore delle persone, sentendo il loro sentire, e colmando il loro vuoto.
Agiremo in maniera meravigliosa e il nostro flusso soddisferà la gratitudine dei cuori degli altri.
Sarà un nuovo tipo di relazione.
Creeremo una nuova umanità con un nuovo Sistema Sensoriale e perciò stabiliremo l’Era dell’Acquario.
Questo è il carattere fondamentale che dovete imparare dal cuore.”

(Yogi Bhajan)


Yogi Bhajan
Yogi Bhajan

Vipassana

Shunyo e Gopal guidano i corsi di Osho Vipassana nel Meditation Resort. Anni di esperienza in questo processo hanno dato loro una profonda comprensione della Vipassana intesa alla maniera di Osho: qualcosa di unico, come del resto anche gli altri aspetti della sua visione. Nel XXI secolo, epoca in cui la Vipassana sta diventando famosa al pari dello yoga in tutto il mondo, Gopal e Shunyo ci mostrano come Osho abbia disseminato nuovi elementi di celebrazione e di gioia in questa antica tecnica di meditazione, dall'aspetto tradizionalmente così serio. 

Cos'è la Vipassana?
GOPAL: la Vipassana è una tradizionale e antichissima meditazione buddista. è una meditazione davvero interessante, in cui non c'è molto da fare... se non osservare il respiro. è molto potente, uno dei primi corsi di meditazione che Osho ha creato qui, dicendo che è l'essenza stessa della meditazione. Quindi, sin dall'inizio, abbiamo sempre fatto in modo che nel resort ci fossero ritiri di Vipassana.
Osho dice molte cose stupende in proposito: "Si sono illuminate più persone con la Vipassana che con qualsiasi altro metodo", ad esempio. Ci incoraggia sempre a trovare il tempo per sederci in meditazione e stare in silenzio!
Vipassana è una meditazione molto silenziosa. Durante il corso, le persone siedono in silenzio per un periodo di quaranta minuti ogni volta e poi camminano, lentamente e sempre in silenzio, in modo meditativo. Le attività àdella vita quotidiana, come mangiare, vengono svolte lentamente. è una situazione che permette davvero alle persone di rallentare e avere più tempo per osservare ed essere consapevoli di ciò che fanno: visto che normalmente siamo sempre occupati a fare un mucchio di cose, questo si rivela, per la maggior parte delle persone, davvero un cambiamento.

Che vantaggi traggono i partecipanti da questo processo?
GOPAL: Ogni persona vi scopre qualcosa di diverso. La Vipassana è tradizionalmente definita una meditazione di 'percezione interiore', nel senso che semplicemente rallentando ogni attività e stando seduto in meditazione, inizi a vedere e a comprendere cose di te stesso che altrimenti non capiresti, perché sei troppo affaccendato.
La Vipassana crea uno spazio in cui possono giungerci intuizioni su chi siamo e in cui possiamo arrivare a conoscerci più profondamente, più intimamente. Molte persone iniziano a vedere che deve esserci qualcosa di più nella vita: "Dev'esserci qualcosa di più profondo da comprendere..." e questo è il metodo di autoindagine.
Di conseguenza possono succedere molte cose positive, come la sensazione di un maggiore rilassamento, di un più grande silenzio interiore. Allo stesso tempo c'è una pulizia profonda di molte vecchie ferite: anche queste hanno bisogno di venire alla luce, di essere viste. Questi sono solo esempi di ciò che può accadere alle persone: c'è il vantaggio, in generale, di una più profonda comprensione di se stessi, che porta con sé una maggiore pace interiore. 
SHUNYO: Basta guardare chi arriva per il ritiro di meditazione... alla fine hanno più fiducia in se stessi, è evidente: hanno scoperto di poter veramente meditare, se ne vanno con una tecnica che oramai è parte di loro - non hanno bisogno di niente che venga dal di fuori per meditare: scoprono che esiste qualcosa che possono fare per andare veramente dentro di sé. 
Ho visto arrivare tanta gente: quasi tutti all'inizio hanno paura di fare Vipassana e alla fine sono così rilassati, così dolci, così contenti di se stessi. Hanno scoperto che possono semplicemente sedersi e meditare: "Posso sedermi senza far nulla!". È molto bello da vedere. E una volta che ne hanno fatto esperienza, diventa parte integrante di loro e possono davvero continuare a casa.
GOPAL: Dopo il corso, le persone sentono di poter sempre tornare in questo spazio dentro se stesse. Possono sentirsi più rilassate e in pace ovunque siano, anche nell'affanno del 'mercato'. Questa è un'altra dimensione della Vipassana. 

Cosa c'è di unico nei ritiri di Vipassana offerti qui, nel Resort?
GOPAL: La mia prima sensazione è che hanno più sostanza, sono più 'succosi'. Osho ha visto che la Vipassana offerta altrove, in tanti casi, diventa molto seria, del tutto arida. Qui la Vipassana ha un senso di celebrazione e di giocosità, anche se le persone nel gruppo talvolta sembrano serie. Camminano lentamente, con gli occhi rivolti verso il basso, senza guardare nessuno... sembra serio. Ma tutta l'atmosfera qui intorno fa da sostegno: è piena d'amore e di celebrazione.
Ascoltiamo i discorsi di Osho, nell'incontro serale della White Robe, e quasi tutti ormai hanno scoperto come Osho renda leggere anche le cose serie, raccontandoci sopra un mucchio di barzellette. Fare Vipassana in quest'atmosfera è un grande regalo.
SHUNYO: E non c'è neppure dolore, perché qui non insistiamo sul fatto che le persone stiano assolutamente immobili, semplicemente 'osservando' il dolore fisico: è permesso muoversi per stare più comodi, e lo stesso movimento è fatto in modo che diventi una parte della meditazione. Molte persone sono sollevate quando ne vengono a conoscenza, perché in molti ritiri di Vipassana che avvengono altrove, bisogna rimanere immobili anche se qualche parte del corpo ti fa male. Questo è sicuramente un miglioramento. Certo, d'altra parte, ricevono ogni tanto un colpetto sulla testa con l'apposito bastone... ma questa è una cosa diversa.

A cosa serve questo bastone?
GOPAL: Quando abbiamo incominciato i corsi di Vipassana, Osho ci ha suggerito di preparare un sottile bastone piatto da usare per dare un colpetto in cima alla testa delle persone: per dare loro energia in più - un incoraggiamento insomma - da usare per osservare, essere consapevoli, essere testimoni.
Noi chiariamo ai partecipanti che questo colpetto sulla testa non è una punizione, e neppure un giudizio: non significa che tu stia facendo qualcosa di sbagliato. Stai andando benissimo: tutti ricevono questo colpetto sulla testa!
Questo non fa parte della Vipassana tradizionale, è una particolarità dei ritiri che facciamo qui.
SHUNYO: è qualcosa di speciale! Alla gente piace. Sei lì seduto, non stai facendo niente, sei in silenzio e immobile da un bel po' di tempo... improvvisamente questo colpetto concentra tutta la tua energia alla sommità della testa. Questo improvviso flusso di energia alla sommità della testa può essere molto piacevole.
GOPAL: E di sicuro certe persone, mentre sono lì sedute... specialmente dopo pranzo... in questo modo diventano più attente. Può essere una situazione un po' sonnolenta. 

Il corso si tiene nella Osho Walkway. Che cos'è?
SHUNYO: La Walkway, dove camminiamo e stiamo seduti in silenzio, ha una bellissima atmosfera: limpida, pulita. In origine fu costruita perché Osho - quando per lui era diventato difficile camminare - potesse fare un po' di moto, una passeggiata: attraversa tutto il suo giardino, che in realtà è una giungla. Lui c'è stato un paio di volte, ma poi ha detto di usarla per la meditazione.
Fare meditazione nella natura è molto rilassante. Circondato dal verde, dagli alberi, è un posto molto silenzioso per fare meditazione. E non ci sono zanzare che ci pungono! 

Per chi è indicato questo corso?
GOPAL: è aperto a chiunque si senta attratto da questo genere di meditazione. Quando parlo con le persone, alcuni si preoccupano: "Cosa mi succederà a stare senza parlare, seduto, in silenzio?"... specialmente persone che sentono di avere un mucchio di energia, persone ad alta energia. Forse la meditazione per loro è qualcosa di più vivace, in cui ci sia più spazio per esprimersi, come la danza; ma, parlando, si scopre che anche loro si sentono attratti dal fatto di rallentare e andare dentro. Ho scoperto che perfino chi ritiene che la Vipassana 'non è fatta per me!', scopre 'che gli può davvero piacere, quando prova. Tutta quell'energia è assorbita all'interno e usata per essere più attenti. E, come ha detto Shunyo, si diventa più rilassati e sicuri di sé. Ci si sente bene scoprendo che si può semplicemente 'essere soli con se stessi', senza difficoltà.
Perciò la mia sensazione è che questo corso sia aperto a tutti quelli che si sentono in qualche modo attratti da questa meditazione. è bene aver fatto prima alcuni corsi che favoriscono l'espressione , ma per molte persone una certa maturità o esperienza di vita è del tutto sufficiente.
Non ci sono dei prerequisiti fissi. Certe persone che non hanno mai fatto prima altri corsi, possono fare subito Vipassana. In alcuni casi potremmo suggerire di fare prima altri tipi di corsi, per arrivare poi a cose più 'in silenzio'. Ma è davvero aperta a tutti i tipi di persone.
SHUNYO: Della Vipassana mi ha colpito che è sorprendentemente scientifica, del tutto scientifica. Ed è anche assolutamente 'magica', le due cose convivono.
GOPAL: Sì, sono d'accordo. C'è qualcosa di misterioso in tutto questo: all'inizio del corso, noi incontriamo le persone e parliamo con loro... poi le vediamo dopo il corso, dieci giorni dopo o anche meno, e scopriamo così tante cose cambiate in loro, nelle loro facce. Ci si meraviglia che possa succedere così tanto... facendo così poco. è qualcosa di misterioso, e bellissimo. In fondo si tratta solo di prendersi un po' di tempo, e di spazio, per osservare se stessi. 


Rilassati, respira... in silenzio e accettazione 

Siedi in silenzio; ascolta tutto ciò che accade intorno a te, e rilassati; accetta, rilassati... e, all'improvviso, sentirai sorgere in te un'energia immensa.
Quell'energia, come prima cosa, verrà percepita come un approfondirsi del respiro. Di solito, respiri molto superficialmente e, a volte, quando tenti di fare respiri profondi, se inizi a fare del pranayama, inizi a forzare qualcosa, fai uno sforzo: quello sforzo non è necessario. Accetta semplicemente la vita, rilassati, e all'improvviso, vedrai che il tuo respiro scende più in profondità di quanto non sia mai accaduto.
Il respiro è il ponte tra te e il Tutto. Limitati a osservare, non fare nulla. E quando dico 'osserva', non tentare di osservare, altrimenti tornerai a essere in tensione, e inizierai a concentrarti sul respiro. Rilassati semplicemente, resta rilassato, sciolto, e guarda... cos'altro puoi fare? Sei lì, senza nulla da fare, ogni cosa viene accettata, nulla viene negato, rifiutato, non esiste lotta, tensione, conflitto, e il respiro scende in profondità... cosa puoi fare?
Puoi semplicemente osservare. Ricorda: osserva semplicemente. Non sforzarti di osservare. 

Questo è ciò che il Buddha ha chiamato Vipassana - l'osservazione del respiro, la consapevolezza del respiro... l'essere attenti all'energia vitale che scorre nel respiro. Non tentare di fare respiri profondi, non sforzarti di inspirare o espirare, non fare nulla. Rilassati semplicemente, e lascia che il respiro sia naturale - che espiri spontaneamente, e che inspiri di per sé - e molte cose si dischiuderanno davanti a te.
Innanzitutto, vedrai che si può respirare in due modi, perché il respiro è un ponte. Una parte è legata a te, l'altra è unita all'esistenza. Può essere quindi visto in due modi. Lo puoi assumere come un atto volontario: se vuoi inalare profondamente, puoi farlo; se vuoi esalare profondamente, puoi farlo. D'altro canto, anche se tu non facessi nulla, il respiro continuerebbe. Senza che tu debba necessariamente fare qualcosa, esso persiste. è anche un'azione involontaria. Questa è la parte connessa all'esistenza in quanto tale.
Quindi: puoi pensare al respiro come a qualcosa che tu fai: sei tu che respiri; oppure, puoi pensare nel modo esattamente opposto: che 'esso ti respira'. Questo secondo modo, va compreso, perché ti porterà a un profondo rilassamento. Non sei tu a respirare, è l'esistenza che ti respira: è un mutamento di gestalt, e accade da solo. Se continui a rilassarti, se accetti ogni cosa, se ti rilassi in te stesso, pian piano... all'improvviso, diventi consapevole che non sei tu a fare questi respiri, essi vengono e vanno da soli. E in modo assolutamente colmo di grazia, con un'intima dignità, con un ritmo squisito, la cui armonia è infinita... chi è ad agire? L'esistenza ti respira: essa entra in te, ed esce da te. Ad ogni istante ti rinnova, ad ogni istante torna a renderti vivo, torna a te, continuamente.
...ed è così che la meditazione dovrebbe crescere. è una cosa che puoi fare ovunque, anche nel mondo degli affari... se ascolti in silenzio, perfino sulla piazza del mercato percepirai in quel frastuono una particolare armonia: non sarà più una distrazione. Se sei in silenzio, potrai vedere molte cose, percepirai incredibili onde di energia, che si muovono tutt'intorno a te. Quando accetti, ovunque vai... percepirai il divino.

Tratto da: Osho, L'antico canto dei pini, Psiche Ed.

Osho parla della Vipassana

Rilassati, respira… in silenzio e accettazione. 

Siedi in silenzio; ascolta tutto ciò che accade intorno a te, e rilassati; accetta, rilassati... e, all’improvviso, sentirai sorgere in te un’energia immensa. 

Quell’energia, come prima cosa, verrà percepita come un approfondirsi del respiro. Di solito, respiri molto superficialmente e, a volte, quando tenti di fare respiri profondi, se inizi a fare del pranayama, inizi a forzare qualcosa, fai uno sforzo: quello sforzo non è necessario. Accetta semplicemente la vita, rilassati, e all’improvviso, vedrai che il tuo respiro scende più in profondità di quanto non sia mai accaduto. 

Il respiro è il ponte tra te e il Tutto. Limitati a osservare, non fare nulla. E quando dico ‘osserva’, non tentare di osservare, altrimenti tornerai a essere in tensione, e inizierai a concentrarti sul respiro. Rilassati semplicemente, resta rilassato, sciolto, e guarda... cos’altro puoi fare? Sei lì, senza nulla da fare, ogni cosa viene accettata, nulla viene negato, rifiutato, non esiste lotta, tensione, conflitto, e il respiro scende in profondità... cosa puoi fare? 

Puoi semplicemente osservare. Ricorda: osserva semplicemente. Non sforzarti di osservare. 

Questo è ciò che il Buddha ha chiamato Vipassana – l’osservazione del respiro, la consapevolezza del respiro… l’essere attenti all’energia vitale che scorre nel respiro. Non tentare di fare respiri profondi, non sforzarti di inspirare o espirare, non fare nulla. Rilassati semplicemente, e lascia che il respiro sia naturale - che espiri spontaneamente, e che inspiri di per sé - e molte cose si dischiuderanno davanti a te. 

Innanzitutto, vedrai che si può respirare in due modi, perché il respiro è un ponte. Una parte è legata a te, l’altra è unita all’esistenza. Può essere quindi visto in due modi. 

Lo puoi assumere come un atto volontario: se vuoi inalare profondamente, puoi farlo; se vuoi esalare profondamente, puoi farlo. D’altro canto, anche se tu non facessi nulla, il respiro continuerebbe. Senza che tu debba necessariamente fare qualcosa, esso persiste. È anche un’azione involontaria. Questa è la parte connessa all’esistenza in quanto tale. 

Quindi: puoi pensare al respiro come a qualcosa che tu fai: sei tu che respiri; oppure, puoi pensare nel modo esattamente opposto: che ‘esso ti respira’. Questo secondo modo, va compreso, perché ti porterà a un profondo rilassamento. Non sei tu a respirare, è l’esistenza che ti respira: è un mutamento di gestalt, e accade da solo. Se continui a rilassarti, se accetti ogni cosa, se ti rilassi in te stesso, pian piano... all’improvviso, diventi consapevole che non sei tu a fare questi respiri, essi vengono e vanno da soli. E in modo assolutamente colmo di grazia, con un’intima dignità, con un ritmo squisito, la cui armonia è infinita... chi è ad agire? L’esistenza ti respira: essa entra in te, ed esce da te. Ad ogni istante ti rinnova, ad ogni istante torna a renderti vivo, torna a te, continuamente. 

...ed è così che la meditazione dovrebbe crescere. È una cosa che puoi fare ovunque, anche nel mondo degli affari… se ascolti in silenzio, perfino sulla piazza del mercato percepirai in quel frastuono una particolare armonia: non sarà più una distrazione. Se sei in silenzio, potrai vedere molte cose, percepirai incredibili onde di energia, che si muovono tutt’intorno a te. Quando accetti, ovunque vai… percepirai il divino. 

Tratto da: Osho, L’antico canto dei pini, Psiche Ed.

Che cos'è Vipassana? - Osho


Vipassana è una cosa così facile che può essere fatta anche da un bambino piccolo. Anzi, un bambino la farà meglio di te, perché non è ancora ricolmo di tutta la spazzatura della mente; è ancora limpido, innocente... 

Vipassana può essere fatto in tre modi – puoi scegliere quello che va meglio per te. Il primo è: Consapevolezza delle tue azioni, del tuo corpo, della tua mente e del tuo cuore. Quando cammini, dovresti camminare con consapevolezza. Quando muovi la mano, dovresti muoverla con consapevolezza, sapendo perfettamente che stai muovendo la mano. Tu puoi muoverla senza alcuna consapevolezza, come se fosse una cosa meccanica. Stai facendo una passeggiata al mattino; puoi continuare a camminare senza avere alcuna consapevolezza dei piedi. 
Sii cosciente dei movimenti del tuo corpo. Quando mangi, sii cosciente dei movimenti necessari per mangiare. Quando ti fai la doccia, sii cosciente della freschezza che ricade su di te – l'acqua che ti si riversa addosso e la straordinaria gioia che ti porta... Sii cosciente. Non dovrebbe continuare ad accadere in uno stato di inconsapevolezza. 

La stessa cosa vale per la mente: qualsiasi cosa passi sullo schermo della tua mente, rimani solo un osservatore. Qualsiasi cosa passi sullo schermo del tuo cuore, rimani solo un osservatore: non farti coinvolgere, non identificarti, non giudicare: 'Questo è giusto e questo è sbagliato'. Tutto questo non è parte della tua meditazione. La tua meditazione dev'essere consapevolezza senza alcuna scelta. 

Un giorno diventerai capace di vedere persino stati d'animo molto sottili: in che modo la tristezza cala su di te proprio come la notte cala, con grande lentezza, sul mondo; in che modo di colpo una piccola cosa può renderti felice. 

Sii un semplice testimone. Non pensare: "Sono triste". Sappi solo questo: "Intorno a me c'è tristezza, intorno a me c'è gioia. Mi trovo di fronte una certa emozione o un certo stato d'animo". Tu sei sempre distante – un osservatore sulla collina – e tutto il resto accade nella valle. Questo è uno dei modi in cui si può fare Vipassana. 

E la mia sensazione è che per una donna sia una cosa ancora più semplice perché una donna è più consapevole del suo corpo di quanto lo sia un uomo. Fa parte della sua natura. La donna è più consapevole del suo aspetto, di come si muove, di come sta seduta; è sempre consapevole del suo essere aggraziata. Non si tratta solo di un condizionamento: è un fatto naturale, biologico. 

Le madri che hanno fatto l'esperienza di avere almeno due o tre figli, iniziano a sentire dopo un certo periodo di tempo se stanno portando in grembo un maschio o una femmina. Il maschio inizia a giocare a pallone; inizia a dar calci di qua e di là, si fa sentire, annuncia la sua presenza. La femmina rimane silenziosa e rilassata; non gioca a pallone, non si fa sentire. Resta il più possibile tranquilla e rilassata. 
Quindi non è una questione di condizionamenti perché persino nel grembo è possibile notare una differenza tra maschio e femmina. Il maschio è irrequieto, non riesce a star fermo in un posto. Vuole fare tutto, vuole sapere tutto. La femmina si comporta in modo completamente diverso... 

La seconda forma di Vipassana è respiro, diventare consapevole del respiro. Quando il respiro entra, la pancia inizia a espandersi, e quando esce, la pancia di nuovo si sgonfia. Quindi il secondo metodo è quello di diventare consapevoli della pancia, del suo espandersi e ritrarsi. La semplice consapevolezza della pancia che si espande e si sgonfia... E la pancia è molto vicina alla sorgente della vita, perché il bambino è unito alla vita della madre attraverso l'ombelico. Nell'ombelico c'è la sua sorgente vitale. Di conseguenza, quando la pancia si espande, è in realtà l'energia vitale, la sorgente della vita, che si espande e che si ritrae con ogni respiro. Anche questo metodo non è difficile, e potrebbe persino essere più facile, perché si tratta di un'unica tecnica. 

Nel primo metodo, devi essere consapevole del corpo, della mente e delle emozioni, gli stati d'animo. Quindi ci sono tre passi da fare. Il secondo metodo ha un unico passo: solo la pancia che si muove in su e in giù. E il risultato è lo stesso. Quando diventi più consapevole della pancia, la mente diventa silenziosa, il cuore diventa silenzioso, i cambiamenti di umore scompaiono. 

E il terzo metodo è quello di essere consapevoli del respiro nel suo punto di ingresso, nel punto in cui il respiro entra nel corpo tramite le narici. Sentilo in quel punto – l'altra polarità rispetto alla pancia – sentilo nel naso. Il respiro entrando porta una sensazione di freschezza nelle narici. E poi uscendo... respiro che entra, respiro che esce... 

Anche questo è possibile, ed è più facile per gli uomini che per le donne. La donna è più consapevole della pancia. La maggior parte degli uomini non arriva nemmeno a respirare fino alla pancia. È il petto che si alza e si abbassa, perché in tutto il mondo prevale un tipo sbagliato di atletica. È vero che un torace alto e una pancia quasi inesistente danno al corpo una forma più bella. 
L'uomo ha scelto di respirare solo fino al petto, in modo che il petto diventa sempre più grande e la pancia si ritrae. A lui questa sembra essere una cosa più atletica. In tutto il mondo, tranne che in Giappone, tutti gli atleti e gli allenatori degli atleti mettono l'accento sul respirare riempiendo i polmoni, espandendo il petto e tirando in dentro la pancia. Il loro ideale è il leone con il suo petto profondo e con la sua pancia così piccola. Sii come un leone: questa è diventata la regola per gli atleti, i ginnasti e le persone che lavorano con il corpo. 

Il Giappone è l'unica eccezione; lì non si preoccupano che il petto dev'essere largo e la pancia tirata in dentro. Ci vuole una certa disciplina per tirare in dentro la pancia – non è una cosa naturale. Il Giappone ha scelto il modo naturale; quindi rimarrai sorpreso nel vedere una statua giapponese di Buddha. Questo è il modo in cui puoi subito distinguere se la statua è indiana o giapponese. Le statue indiane di Gautama Buddha hanno un corpo molto atletico con una pancia molto piccola e un petto molto largo. Ma il Buddha giapponese è completamente diverso: il suo petto è quasi invisibile, perché respira dalla pancia, ma quest'ultima è più grande. Il suo aspetto non è molto bello perché l'idea prevalente al mondo è quella opposta, ed è molto antica. Tuttavia respirare dalla pancia è più naturale, più rilassato. 

Di notte, mentre dormi, accade: non respiri dal petto, respiri dalla pancia. Ecco perché la notte è un'esperienza di tale rilassamento. Dopo aver dormito, alla mattina ti senti così fresco, giovane, perché per tutta la notte hai respirato in modo naturale... sei stato in Giappone! 

Questi sono i due punti: se temi che respirare dalla pancia e prestare attenzione al suo espandersi e contrarsi distruggerà la tua forma atletica... gli uomini potrebbero essere più interessati a quella forma atletica. Per loro sarà più facile osservare il respiro nella zona delle narici, lì dove entra. Osserva e, quando il respiro esce, osserva.

Queste sono le tre forme. Una qualunque di esse andrà bene. E se vuoi fare due forme allo stesso tempo, puoi farlo; allora il lavoro diventerà più intenso. Se vuoi farle tutte e tre insieme, puoi farle tutte e tre insieme. Allora il processo sarà più veloce. Ma dipende tutto da te, da quello che ti sembra più facile. 
Ricorda: ciò che è facile è giusto. 

Quando la meditazione diventa ben radicata, la mente diventa silenziosa, l'ego scompare. Sarai presente, ma non ci sarà la sensazione dell'"Io". Allora le porte si apriranno. Devi solo aspettare, con un desiderio intenso e pieno di amore, con un benvenuto nel cuore per quel grande momento, il momento più grande nella vita di ognuno – l'illuminazione. 

Arriverà... arriverà sicuramente. Non ha mai tardato nemmeno per un istante. Quando sei nella giusta sintonia, esplode improvvisamente dentro di te e ti trasforma. L'uomo vecchio è morto ed è arrivato l'uomo nuovo. 

Il grande capo Toro Seduto è stato costipato per molte lune. Perciò manda la sua squaw preferita dall'uomo di medicina per chiedere aiuto. L'uomo di medicina dà alla squaw tre pillole e le dice di darle al capo, e poi di tornare da lui a riferire i risultati il giorno dopo. 
La mattina dopo la squaw ritorna con il messaggio: "Grande capo, niente cacca". Allora l'uomo di medicina le dice di raddoppiare la dose 

Ma di nuovo lei torna con lo stesso messaggio. Questo va avanti per una settimana, e alla fine l'uomo di medicina dice alla squaw di dare a Toro Seduto tutta la scatola.
La mattina dopo, lei torna dallo sciamano con un'espressione molto triste sul volto. "Che cosa c'è che non va, bambina mia?" dice lui. La squaw lo guarda con gli occhi colmi di lacrime e dice: "Grande cacca, niente capo!" 

Un giorno accadrà per te, e quello sarà un grande momento. Questo è quello che io chiamo il momento giusto. 


Osho: The New Dawn , #16 
Tratto da: http://www.osho.com/

IL QUARTO STATO

A mio avviso ha senz'altro ragione Jiddu Krishnamurti quando afferma che "la meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là dei pensieri e dei sentimenti di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini ...

La meditazione — che è cessazione del pensiero — apre la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura; è comprensione del mondo e delle sue vie ...

Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere ...

La meditazione non è una continuazione o una espansione dell'esperienza, al contrario, è la completa inazione che è totale cessazione dell'esperienza; lo svuotarsi del conosciuto ...

Se non c'è meditazione, sei come un cieco in un mondo di grande bellezza, luci e colori ...

Meditare non è ripetere parole, sperimentare visioni o coltivare il silenzio, questa è una forma di autoipnosi ...

La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non sarebbe quel silenzio ..."

"Meditazione è una lezione di consapevolezza, di assenza di pensiero, di spontaneità, di essere totalmente nella tua azione, all'erta, consapevole.

Non è una tecnica, è un trucco.

O lo capisci, o non lo capisci."

Osho

 

Lo stato di meditazione è detto, in lingua sanscrita, Turiya: il quarto.

Si conoscono ordinariamente tre stati di coscienza:

- Lo stato di veglia;

- Lo stato di sogno;

- Lo stato di sonno profondo.

La meditazione è il quarto, il nostro sé più profondo, la fonte della nostra energia; la stessa che muove l’universo.

Mai prima d’ora la meditazione è stata tanto necessaria, oggi i cambiamenti avvengono così velocemente che adattarvisi richiede uno sforzo enorme.

Gli stimoli e le informazioni che riceviamo oggi sono quaranta volte maggiori che in passato, e se non riusciamo a vagliare tutta la mole di informazioni che continuiamo a ricevere, dai giornali dalla televisione ecc, la mente diventa ingombra di una infinità di messaggi in attesa di risposta con conseguente stress mentale e fisico.

Come alleggerire questa spinta ?

Entrando deliberatamente in momenti di meditazione, di quarto stato della coscienza. Pochi minuti in meditazione profonda ci terranno lontano dalla nevrosi; in meditazione la mente è sgombrata, le esperienze sono integrate e il sovraccarico scompare, dopo di che la tua mente sarà fresca, giovane, chiara e limpida.

Ci siamo dissetati alla fonte.

Talvolta nel linguaggio comune si usa il termine “meditazione” quando si intende una “tecnica meditativa”.

Non è possibile “fare meditazione” e nemmeno “meditare” in quanto, come abbiamo visto, la meditazione è uno stato e infine una qualità dell’essere.

Le tecniche aiutano a riportarci in quel limpido stato dell’essere e a quella chiarezza di visione che avevamo da bambini.

Con una aggiunta di primaria importanza: “la consapevolezza”.

Esistono centinaia di tecniche di meditazione; Osho ne ha create specificatamente molte per l’uomo moderno.

Sono tecniche pensate per portare rapidamente la mente in uno stato di quiete in cui la meditazione possa accadere facilmente.

Vuoi provare?

FUGGIRE DALLA PROPRIA VITA

Quando veniamo attratti verso un insegnamento spirituale, verso un nostro impegno nella pratica del sentiero per trovare questa promessa libertà dal dolore – l’illuminazione, la saggezza, la compassione; la capacità di esistere nel mondo senza paura o odio – è una cosa molto promettente, qualcosa verso la quale tutti tendiamo.

 

In molti casi, però, intraprendiamo una pratica spirituale con ciò che è chiamato vibhava-tanha, la sensazione di volere fuggire dalla propria vita così com’è, dalle cose così come sono. Questo non va visto come qualcosa si sbagliato, è una cosa normale che semplicemente accade. Abbiamo deciso che qualcosa non è giusto, che non è abbastanza buono, è spiacevole, intollerante, insopportabile e... "Voglio uscirmene. Ci deve essere un modo per uscirne" o perlomeno, ci deve essere un altro modo!

Un sentiero spirituale si intraprende per diverse ragioni. Forse perché si è avuta un'intuizione di quello che si potrebbe chiamare il "Non nato", o che potrebbe essere chiamato coscienza pura, l’Incondizionato, o uno stato dell’ essere che è completamente libero dalle solite oppressioni o dalle costrizioni che sentiamo in quanto esseri limitati. E’ una cosa difficile da descrivere; ognuno ne fa esperienza in maniera diversa. Si riconosce l’esistenza di qualcosa di più profondo da scoprire, una comprensione più profonda che può diradare questa confusione presente per la maggior parte del tempo.

Oppure, si vuole seguire la propria intuizione di una felicità ultima da scoprire, che può essere basata su una visione profonda, o semplicemente su qualche tipo di speranza d’evasione – come se volessimo fare esperienza della felicità ultima e renderla permanente, trovare una sensazione di serenità che resta, di felicità che rimane, che non cambia. La maggior parte di noi vuole trovare quel tipo di sensazione e mantenerla per tutto il tempo. E’ solo quando ci conosciamo un po’ di più – per esempio attraverso la meditazione, l’introspezione e la riflessione - quando conosciamo meglio la natura della mente, che cominciamo a riconoscere le nostre tattiche d’evasione e il fatto che sono queste stesse tattiche d’evasione a creare la prigione dalla quale stiamo cercando di fuggire.

Così, ad un certo punto, ci rendiamo conto che questa felicità che stiamo cercando – questa libertà, questa saggezza e compassione – non verrà facilmente, che di fatto dobbiamo fare dietro front e affrontare proprio tutte quelle cose dalle quali siamo fuggiti. E’ qui che inizia il sentiero. E’ qui che abbiamo bisogno di sviluppare molte qualità del cuore che ci aiutano nel cammino – coraggio, in primo luogo, un’enorme pazienza, fede, volontà e alcune facoltà e poteri della mente come la concentrazione, la presenza mentale e la saggia riflessione.

Spesso ci vuole molto tempo per capire quando stiamo evitando ciò che veramente ha bisogno di essere guardato. Non è facile da vedere perché abbiamo tanti concetti nella mente, in primo luogo di "bene" e "male" basati sull’esperienza di dolore e piacere. In qualche posto nelle profondità della nostra psiche, giudichiamo ciò che è spiacevole come male e, secondo i vari tipi di processi di condizionamento, accusiamo noi stessi per questo, o accusiamo l’archetipo Padre o Madre, o qualcos’altro "là fuori".


(Vibhava–Tanha di Sister Ajahn Jitindriya)

LA PAZIENZA PAGA

PATIENCE PAYS di Yogi Bhajan

(Traduzione di Sujan Singh, Dass Kaur e Jai Jot Kaur)

Sii paziente. Aspetta. Lascia che la mano di Dio lavori per te. Lui ha creato te, lasciagli creare anche tutti gli elementi, le circostanze, le opportunità e le capacità. 

Perché vacilli, essere mortale? Il Creatore stesso ti proteggerà.

Lui che ti ha creato penserà anche al tuo nutrimento. Oh individuo, perché dubiti così? Colui che ti ha creato si prenderà cura di te.


Colui che ha creato questo universo, i pianeti, tutte le potenzialità e le opportunità di questo mondo, è anche colui che ha creato te. Aspetta, sii paziente, appoggiati a lui e tutto ciò che c'è di meglio arriverà a te. (Dimora in Dio) Affidati a Dio. Affidati a Dio. Affidati a Dio. Sostieni la tua anima. Affidati a Dio e sostieni la tua anima. Affidati a Dio e sostieni la tua anima.

Allora tutte le opportunità e le potenzialità del creato che sono nel tuo migliore interesse saranno ai tuoi piedi. Tu hai bisogno di milioni di cose; e milioni di cose ti arriveranno, se sei stabile, definito, fermo, paziente. Ricorda che il Creatore ti protegge e che la Creazione è pronta per servirti, se tu... sarai te stesso.

Quindi per favore allontana i fantasmi della tua vita, e smetti di inseguirli. Fortificati, concentrati, sii te stesso. Possa tutta la pace, la serenità e la prosperità raggiungerti sempre ! Sat Nam. 

* Traduzione in italiano dal Siri Guru Granth Sahib (724-6) 
Nota: “Patience Pays” è disponibile nel cd “Deeply relax and meditate” (traccia 9)

SE VIENI A MANI VUOTE, ANDRAI VIA A MANI VUOTE

C'è una strada a pedaggio nel Kundalini Yoga. Prima paghi, poi entri, "Itarashtam kashtam tithar". Se mai dovessi arrivare a mani vuote, andrai via a mani vuote. E' una legge che non dovrebbe mai essere infranta. Potresti condividere gratuitamente (gli insegnamenti, ndr) ma non ricevere mai lo studente a mani vuote, questa è la legge. Uno studente non deve venire da te a mani vuote. Egli può portare una foglia o può portare un milione di dollari. Ma lui non deve andare da un Insegnante senza un'offerta.

 

Se una persona arriva a mani vuote, può stare lì per sei ore e fare tutti i tipi di yoga, ma nel momento in cui esce da quella porta, se ne andrà a mani vuote. Questa è l'unica condizione e non è per te o per me. E quella offerta non è per te. Quella offerta deve andare sull'altare, e tu devi pregare. Significa, che per il fine di quel dono, sei stato ingaggiato. Non è una tua proprietà personale. Non lo è mai stato, non lo è, non lo sarà mai. Sarà sempre utilizzato per nobili cause. Hai capito ? Si chiama "Gurudakshina". Alla vista dell'Insegnante, prima di pronunciare una parola, si dà, si offre un regalo.

 

Perché ? Ora lo spiego. E' la cosa più egoista che uno studente può fare. Quando gli porti un regalo, egli deve accettarlo. E' obbligatorio. Egli lo deve guardare. Questo è "Darshanee". Egli deve dire qualcosa. Questo è "Baykaree". E ciò può solo essere una benedizione: "Dio ti benedica, grazie". Così tu fai fronte a lui in uno stato molto elevato. Questo fà quel dono.

 

Quando ho iniziato a insegnare a Los Angeles, c'era il tipo di studenti che non credevano nel denaro e non ne avevano mai. C'erano anche alcuni studenti ricchi. I ricchi erano molto ricchi, i poveri erano molto poveri. Questo era il tipo di classe che ero avvezzo avere. Così, come ho fatto a rispettare la legge ? Prendevo i soldi dal nostro conto, denaro contante in monete, e lo gettavo in giro per il parcheggio. Così, quando gli studenti sarebbero arrivati alla porta, avrebbero detto: "Ehi, amico, non posso pagare. Io non credo in questo. Che cosa è questo ? Lui è spirituale. Come fa a chiedere dei soldi ? Perché dovremmo pagare ?" Erano arrabbiati ed invadenti. Ma l'uomo alla porta avrebbe detto: "Perché non vai in giro a cercare dei soldi ?" Essi avrebbero risposto: "Dove li vado a trovare ?". E l'uomo alla porta avrebbe detto: "No, no, no. Basta guardarsi intorno. Provate a trovarli". Andavano fuori, avrebbero trovato circa due, tre dollari. La lezione costava 1,5 dollari. Avrebbero messo i soldi nel cestino e il resto del denaro lo avrebbero tenuto in tasca.

 

Quindi questo è il modo in cui rimaniamo attaccati a tale principio. Dovete capire, quindici persone del genere su cinquanta sarebbero stati nella classe, avrebbero usato un linguaggio volgare, sarebbero stati invadenti ed insolenti ed anche stare sulla porta sarebbe stato un privilegio per loro. Ma abbiamo mantenuto la nostra regola, con calma, tranquillamente e senza reazione. Un uomo mi fermò dopo la lezione e disse: "Ho capito, uomo, tu sei un tizio tosto". Io dissi: "Qual'è il problema ?" Egli disse: "Hai gettato i soldi per terra e ci hai fatto venire fuori a raccoglierli per pagarti. Che cosa sta succedendo ?". Io risposi: "Non è per amor mio. E' così che puoi avere la grazia di esserti guadagnato gli insegnamenti".

 

Estratto da un discorso di Yogi Bhajan tenuto agli Insegnanti il 1/1/1990

Traduzione di Onkar Singh